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Responsabilità penale del datore di lavoro in caso di contagio da COVID 19 dei propri dipendenti: un emendamento al DL Liquidità, convertito dalla Legge 40/2020, la esclude.

Responsabilità penale del datore di lavoro in caso di contagio da COVID 19 dei propri dipendenti: un emendamento al DL Liquidità, convertito dalla Legge 40/2020, la esclude.

La Camera dei deputati, in sede di conversione in legge del decreto Liquidità ( art.29 bis D.L. n. 23/2020), ha introdotto questa norma che assicura datori di lavoro pubblici e privati che rispettano protocolli di sicurezza Covid-19.
Sulla questione della responsabilità era necessario questo chiarimento.
In una nota pubblicata sul suo sito lo scorso 15 maggio, l’INAIL ribadiva che “si deve ritenere che la molteplicità delle modalità del contagio e la mutevolezza delle prescrizioni da adottare sui luoghi di lavoro, oggetto di continuo aggiornamento da parte delle autorità in relazione all’andamento epidemiologico, rendano peraltro estremamente difficile la configurabilità della responsabilità civile e penale dei datori di lavoro”.
Quindi l’emendamento conferma la posizione dell’Inail, che aveva chiarito l’assenza di correlazione tra riconoscimento dell’indennizzo Inail per il contagio Covid-19 sul lavoro e responsabilità dell’azienda.
Pertanto, il contagio da Covid-19 viene riconosciuto come infortunio sul lavoro, ma nessuna responsabilità (civile e penale) per il datore di lavoro se rispetta le norme preventive.
Nella circolare del 20 maggio l’Inail scriveva che “Il riconoscimento dell’origine professionale del contagio da Covid-19 non ha alcuna correlazione con i profili di responsabilità civile e penale del datore di lavoro nel contagio”.
Ricordiamo che dall’inizio della fase 2, infatti, i contagi da Covid-19 sul luogo di lavoro continuano a crescere.
Secondo il monitoraggio Inail, infatti, tra la fine di febbraio e il 15 maggio sono stati contati 43.399 contagi di origine professionale. Dal 4 maggio, data di riapertura di molte imprese i contagi sono aumentati di circa seimila casi. Il 71,7% dei lavoratori contagiati sono donne e il 28,3% uomini.
Secondo i dati Inail, l’età media dei lavoratori che hanno contratto il virus è di 47 anni per entrambi i sessi, ma sale a 59 anni (58 per le donne e 59 per gli uomini) per i casi mortali. In particolare, 9 decessi su 10, sono concentrati nelle fasce di età 50-64 anni (70,8%) e over 64 anni (19,3%). Guardando all’aspetto geografico, invece, più di un’infezione di origine professionale su tre (34,9%) e il 43,9% dei decessi sono avvenuti in Lombardia.