“Ecco perché riparte, timidamente, il lavoro a luglio. Grazie alle donne.”
“È abbastanza normale che, dopo quattro mesi consecutivi di flessione, a luglio, il numero degli occupati sia leggermente risalito, con la graduale ripresa delle attività e della mobilità dopo il lockdown e in coincidenza della stagione turistica.”
Questi leggeri segnali di ripresa, tuttavia, devono comunque tener conto che da febbraio gli occupati siano scesi di quasi mezzo milione e che gli 85 mila in più registrati a luglio, secondo le rilevazioni Istat, rappresentino un aumento di appena lo
0,4% rispetto a giugno. In 4 mesi il tasso di occupazione perde oltre un punto, attestandosi al 57,8% e il tasso di disoccupazione (9,7% a luglio) torna sopra i livelli di febbraio.
Quanto emerge dell’analisi è che le categorie più penalizzate dalla pandemia sono stati i lavoratori precari, i giovani e i lavoratori autonomi.
Se c’è qualche segnale incoraggiante, in particolare il fatto che degli 85mila occupati in più 80mila siano donne e che ci sia anche una timida inversione di tendenza per i lavoratori a termine con un aumento di 7mila, purtroppo bisogna anche rilevare
che Confesercenti denuncia il livello più basso dal 2004 in cui sono scesi artigiani, commercianti, professionisti e altri lavoratori autonomi.
Non dimentichiamo poi che, alla fine dell’anno, termineranno la proroga della cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti e quindi si apriranno altri scenari sociali ed economici.
Per la lettura complete dell’articolo il link: https://www.corriere.it/economia/lavoro/20_settembre_01/timido-rimbalzo-dell-occupazione-ma-non-lavoratori-autonomi-5c6fffce-ec5a-11ea-a43c-ac43602f1ffa.shtml
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